[Addio a SEL UK] Quello che siamo stati

Chiuso il sito, chiusa la mailing list, trasferiti gli ultimi residui della cassa (circa 70£) come rimborso alla campagna per il NO, è arrivato anche per me il momento di mettere un punto all’esperienza del Circolo Radio Londra di Sinistra Ecologia e Libertà. Un passo necessario per liberare energie da investire nel futuro, da fare con l’orgoglio di chi sa che quella che si chiude è una piccola bella storia di lotta e di speranza, ma anche col rammarico infinito di chi vede il mondo andare tutto nella direzione sbagliata .

Quando si scioglie un partito è sempre una perdita collettiva. Si scioglie un patrimonio fatto di relazioni politiche e umane, si lacera la tela di un racconto che tiene uniti, si dissolvono spazi di riflessione e strumenti di azione, spesso costruiti a colpi di passione e a spese del lavoro, degli affetti, della cura di sé. E va da sé che un paese in cui i partiti cambiano a ogni ciclo politico ha in sé il germe di una crisi perpetua, di un continuo spreco di risorse politiche e umane, che macina energie e speranze in un eterno gioco dell’oca, in cui si riparte sempre daccapo, con più rancori e meno speranza, per ricostruire la Sinistra, la Destra o qualcos’altro, a seconda degli orientamenti di ciascuno.

Mi viene allora un nodo alla gola a parlare della fine di questa piccola bella storia, faccio una fatica incredibile a raccontarvi quello che mi ha fatto capire e a rimettermi a pensare a quello che secondo me dovremmo fare ora in Italia e in UK, in uno dei frangenti politicamente più difficili di cui ho memoria, per entrambi i paesi. Per questo, solo per questo, nonostante avrei tanta voglia di chiudere un capitolo della mia vita e dedicarmi ad altro, cerco ancora di riallacciare i fili del dialogo, in primis con me stesso ma anche con le tante persone demoralizzate quanto me, consapevole che è solo una reazione collettiva, di cuore e di testa, che può cambiare un contesto difficile da accettare.

Quando, sette anni fa, un gruppo di sei compagni curiosi e un po’ sognatori si incontrò in un pub nei pressi di Liverpool Street per fondare SEL UK, al governo c’era il Labour di Gordon Brown, Obama aveva appena archiviato l’era Bush, e in Italia si aprivano spiragli di un’alternativa politica e culturale alla buia stagione del Berlusconismo. There is another Italy, dicevamo.vecchia-guardia

 

Riempivamo sale da 300 persone parlando di Lotta alla Mafia, discutevamo della “fuga dei cervelli, delle braccia e dei cuori” della nostra generazione da un paese che negava e nega opportunità lavoro e diritti, organizzavamo eventi su come uscire da sinistra da un’economia di crisi per arrivare a un’eco-nomia sostenibile, raccoglievamo firme sul Reddito Minimo Garantito.vendola-primarie

Abbiamo aiutato il nostro coordinatore Gaspare Giacalone a diventare lo straordinario sindaco ribelle della sua Petrosino, piccolo comune nella provincia di Trapani, dove si dice si nasconda il capo di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro. Abbiamo portato Nichi Vendola al 35% alle primarie del centrosinistra in UK del 2012. Abbiamo costruito dal nulla, su nostra iniziativa e insieme ai compagni del Belgio, della Francia, della Spagna e della Svizzera, prima la lista per la Camera nella ripartizione Europa del collegio estero a Febbraio e poi il congresso di SEL Europa a Dicembre 2013.

La mia candidatura alle politiche, basememeITAESTERO-BLOGsostenuta da una squadra fantastica, dal nostro circolo e da quello di Parigi, ha raccolto 1029 preferenze individuali, un consenso ben oltre le nostre aspettative che mi ha spinto a continuare come coordinatore del circolo per gli anni successivi, anni in cui non abbiamo mancato di esprimere critiche sacrosante e proposte sensate per ridare un senso e una funzione al progetto di SEL, che si dilaniava sul collocamento europeo per esorcizzare una discussione seria su come riorganizzarci di fronte all’arrivo di Renzi. “Facevamo un congresso ogni tre anni per rimandare a tra un mese la scelta di cosa fare nei prossimi due” e meno male che a Riccione abbiamo cambiato la linea del partito su una questione che investiva la dignità del mondo della ricerca.

Ritrovata la strada giusta a Londra abbiamo rilanciato il circolo, creando un coordinamento plurale e coeso che ha condotto la campagna per le europee a sostegno della lista dell’Altra Europa e in sinergia con il Labour e i Verdi britannici. Abannernche di fronte a una scissione drammatica del partito, cui non è colpevolmente seguito un congresso, il circolo Radio Londra ha continuato a lavorare, da una parte allacciando rapporti con le sinistre europee a Londra, a partire da Syriza e Podemos, e col Labour Party, dall’altra lanciando la lista Moving vota-mfForward per il Comites di Londra, lista di coalizione progressista che includeva un ampio arco di forze politiche e associative, nata sotto la spinta e la direzione del nostro circolo per dare una voce alla nuova ondata migratoria e promuoverne integrazione culturale e politica in quella Londra che ha più italiani di Firenze. Abbiamo riportato dopo tanti anni la sinistra nel Comites con il 30% dei voti espressi e 5 consiglieri eletti, di cui 2 del circolo di SEL (oltre a me la grande compagna Laura de Bonfils, entrambi con oltre 300 preferenze individuali) che si è confrontato alla pari e a testa alta con quello del PD. Il tutto mentre continuavamo a costruire eventi di un certo rilievo, dalla presentazione del Gender Inequality Index al convegno Come Comunicare alla Maggioranza Invisibile, fino al sostegno offerto alla nascita di Libera a Londra e al recupero della memoria antifascista della comunità italiana a Londra.

Nel frattempo in Italia si passava da un Human Factor a una Cosmopolitica, senza mai riuscire a trovare una sintesi efficace e rimandando di anno in anno la nascita di una sinistra che offrisse un’alternativa al renzismo. Cosi è arrivato il 2016 con i suoi due referendum sul Brexit e sulla Costituzione, che abbiamo affrontato nel caos di un partito nazionale in dissoluzione, soltanto con la passione e la determinazione di chi sa di stare combattendo due battaglie giuste e importanti. Abbiamo contribuito a costituire e lottato insieme alla campagna europeista Another Europe Is Possible per il referendum sul Brexit e fondato, insieme ai compagni di Possibile, all’ANPI e a tanti amici che avevano a cuore la Democrazia Costituzionale, il Comitato per il NO – UK & Ireland, che ha girato in lungo e in largo per il Regno Unito per sostenere le ragioni del NO alla riforma Renzi – Boschi.

Negli anni, siamo scesi in piazza per i nostri diritti e contro il razzismo, contro l’austerity e14526518794_a6c75232df_b per l’Europa, sempre fedeli a quel radicalismo avanza-e-lottasocialista e internazionalista che pensa, come pensava Turati, che non si possa scindere la difesa dei diritti civili da quella dei diritti sociali, che non si possa fare avanzare il Socialismo in un paese solo, che la buona politica parte dal basso e cresce soltanto con la cura della democrazia e dell’ascolto.

SEL è stata un tentativo ambizioso di cambiare la politica italiana e ridare forza a una sinistra rinnovata e moderna. Un tentativo fallito perché incapace di una reale autonomia progettuale e perchè incapace di andare oltre il proprio leader, i cui errori abbiamo finito per pagare ben oltre le nostre colpe collettive.
Il nostro fallimento ha coinciso non casualmente col fallimento della sinistra e del paese. La crisi che nè è seguita, istituzionale, economica, morale e culturale, è di portata storica ed è la ragione per la quale serve mantenere viva e unita questa piccola cellula di resistenza in esilio, continuando cocciutamente a essere leali verso i nostri valori e generosi verso le nostre idee.

Sabato negli Stati Uniti, a Londra e in tutto il mondo milioni di donne e uomini sono scesi in piazza contro il nuovo presidente Trump. Non mi sono potuto unire soltanto perché ero a Glasgow, ma alle compagne e ai compagni dico che questa bella storia, di lotta e di speranza, la dobbiamo continuare tutti insieme.